Un pò di storia.... per capire meglio.
Il Feltro
Con feltro si definiscono tutti i tessuti "non tessuti", fatti di lane o fibre vegetali o anche sintetiche, infeltrite tra di loro con l'aiuto di umidità, calore e pressione.
Quest’arte è molto antica, tanto che non si sa esattamente quando è nata ma sappiamo che è molto più antica della filatura e della tessitura.
Popoli dell’Asia centrale, in particolare, hanno usato il feltro fin dal 3000 a.C. ma si presume che già 8000 anni avanti Cristo l'essere umano si copriva con il feltro. Molto conosciute sono le tende "Jurta" , case mobili dei nomadi mongoli, poiché il feltro ripara dal freddo, dal caldo, dalla pioggia e dal vento. La materia prima è la lana. Nella lavorazione del feltro le fibre della lana si saldano l'una con l'altra, in una simbiosi di pressione, calore, sapone e acqua. Viene così a crearsi un materiale uniforme, un tessuto ecologico, elastico, naturale, con cui si riesce a creare qualsiasi forma. In Italia diventò famoso per i cappelli. Anche oggi questo tessuto naturale e ecologico è tornato all' avanguardia. Esso viene usato nella moda, nel design o anche per le sculture, per tappeti, arazzi, quadri, indumenti, gioielli, bambole e tante altre creazioni....
Qualità del feltro
Il Feltro è elastico e resistente alla pressione, non assume le pieghe, tipiche delle lavorazioni della lana. Il feltro risulta particolarmente termoisolante e l'arricciatura della fibra di lana fa sì che la stoffa di feltro rimanga voluminosa e soffice. Oltre a proteggere dal freddo e dal caldo, il feltro può essere usato sulle pareti per insonorizzarle è difficilmente infiammabile (a 320°C si carbonizza). Esso assorbe umidità fino ad un equivalente del 20-25% del proprio peso senza dare la sensazione di essere bagnato e fino al 50% senza gocciolare rilasciando lentamente l'acqua incorporata. Tutte le proprietà elencate si riferiscono a feltro di lana artigianale in quanto quelli industriali variano a secondo dello scopo per cui sono realizzati.
Inoltre il Feltro è anche ecologico se realizzato con fibre naturali (infatti è anche biodegradabile), economico perché non necessita di particolari strumentazioni per la sua lavorazione e infine ha anche uno scopo sociale in quanto le stoffe in feltro venivano realizzate in gruppo e la creatività di ogni singolo veniva esaltata. Oggi l'arte di "feltrare" è insegnata anche in scuole e asili per scopi educativi, così come per finalità terapeutiche.
Quest’arte è molto antica, tanto che non si sa esattamente quando è nata ma sappiamo che è molto più antica della filatura e della tessitura.
Popoli dell’Asia centrale, in particolare, hanno usato il feltro fin dal 3000 a.C. ma si presume che già 8000 anni avanti Cristo l'essere umano si copriva con il feltro. Molto conosciute sono le tende "Jurta" , case mobili dei nomadi mongoli, poiché il feltro ripara dal freddo, dal caldo, dalla pioggia e dal vento. La materia prima è la lana. Nella lavorazione del feltro le fibre della lana si saldano l'una con l'altra, in una simbiosi di pressione, calore, sapone e acqua. Viene così a crearsi un materiale uniforme, un tessuto ecologico, elastico, naturale, con cui si riesce a creare qualsiasi forma. In Italia diventò famoso per i cappelli. Anche oggi questo tessuto naturale e ecologico è tornato all' avanguardia. Esso viene usato nella moda, nel design o anche per le sculture, per tappeti, arazzi, quadri, indumenti, gioielli, bambole e tante altre creazioni....
Qualità del feltro
Il Feltro è elastico e resistente alla pressione, non assume le pieghe, tipiche delle lavorazioni della lana. Il feltro risulta particolarmente termoisolante e l'arricciatura della fibra di lana fa sì che la stoffa di feltro rimanga voluminosa e soffice. Oltre a proteggere dal freddo e dal caldo, il feltro può essere usato sulle pareti per insonorizzarle è difficilmente infiammabile (a 320°C si carbonizza). Esso assorbe umidità fino ad un equivalente del 20-25% del proprio peso senza dare la sensazione di essere bagnato e fino al 50% senza gocciolare rilasciando lentamente l'acqua incorporata. Tutte le proprietà elencate si riferiscono a feltro di lana artigianale in quanto quelli industriali variano a secondo dello scopo per cui sono realizzati.
Inoltre il Feltro è anche ecologico se realizzato con fibre naturali (infatti è anche biodegradabile), economico perché non necessita di particolari strumentazioni per la sua lavorazione e infine ha anche uno scopo sociale in quanto le stoffe in feltro venivano realizzate in gruppo e la creatività di ogni singolo veniva esaltata. Oggi l'arte di "feltrare" è insegnata anche in scuole e asili per scopi educativi, così come per finalità terapeutiche.
Il Ricamo
I primi punti d'incrocio, effettuati in modo molto sommario, servivano a riunire pelli di animali per fare abiti rudimentali o ripari. Da quest'inizi modesti, il punto si è molto migliorato ed è diventato nei secoli, la tecnica di ricamo decorativo che conosciamo oggi. Poiché le fibre naturali sono per definizione deteriorabili, pochi esemplari dei primi punti d'incrocio ci sono giunti, ma dei pezzi di tessuto scoperti in alcune zone archeologiche dell'Egitto, che datano circa dell'anno 500 della nostra era, provano che a quest'epoca già si utilizzava il punto d'incrocio per decorare tessuti. Al filo delle età, i ricami a punto croce sono diventati una parte importante negli artigianati rurali locali e tradizionali in tutti i paesi del mondo, ciascuno avendo la sua eredità propria di regioni e di colori. Così in Cina, il punto croce abbelliva sempre con filo blu scuro su tessuto molto leggero, simile a garza. È la sua semplicità che ha permesso al punto croce di attraversare le civilizzazioni, che arricchiscono incessantemente il patrimonio dei lavori detti "di signore". Per molto tempo la sua funzione utilitaria si confonde con il suo aspetto decorativo. Le piccole ragazze imparavano a scrivere, leggere e ricamare allo stesso tempo. L'alfabeto era allora l'elemento centrale delle tabelle ricamate, che doveva servire a comporre dei monogrammi per segnare la biancheria. È di questa prima funzione che viene il nome "punto di segno" a designare il punto d'incrocio ed di là, "marquoir" per abecedari. Questi lavori fungevano da riferimento, veri repertori di lettere, di fili, di colori, ma anche innumerevoli disegni decorativi che poco a poco le arricchivano. Così gli anglosassone li chiamano "samplers", cioè modelli, campioni. Che siano religiosi o profani, popolari o ingenui, floreali o infantili, le regioni del punto croce si contano per centinaia di migliaia.